mercoledì 16 marzo 2011

L'arte del compromesso


Ipotizziamo un gruppo di 11 persone, che devono decidere quanto spendere per fare un regalo di compleanno. Per stabilire un budget occorre trovare un accordo: la quota deve essere concordata da almeno 6 persone (maggioranza assoluta), a questo accordo si adegueranno tutti.

Vediamo le posizioni di partenza:
3 persone sono molto amiche del festeggiato, e vogliono versare una quota di 100 euro
4 persone non vorrebbero fare il regalo, e propongono di non versare la quota.
3 persone propongono una quota di 30 euro
1 persona, per evitare la figuraccia, propone 10 euro.
Molti pensano che la regola della maggioranza sia democratica e porti a conclusioni univoche; tuttavia, questo esempio ci mostra che le soluzioni possono essere molteplici. Descriviamo alcuni scenari.
Chi propone 30 euro accetta una quota più bassa ma non maggiore a quella proposta. Essi troveranno un accordo con coloro i quali propongono meno: il risultato sarà compreso tra 0 e 30. Probabilmente l'unica persona che propone 10 otterrà la maggioranza dei voti e imporrà la sua posizione a tutti
Chi propone 10 euro è disposto a pagare di più (vuole comunque fare il regalo), ma non può arrivare a 100 euro. In questo caso, o coloro che propongono 100 arrivano a 30, oppure non si troverà una soluzione: siamo di fronte a uno stallo, cioè l'impossibilità di prendere una decisione a maggioranza
gli amici del festeggiato, sapendo di non poter arrivare a una quota di 100, cercano accordi con coloro che offrono 30. Se questi sono disposti a versare qualcosa in più ci si troverà in un punto compreso tra 30 e 100, diversamente si troverà un accordo per 30 euro.

Questi sono solo alcuni scenari tra i possibili.
Un metodo di voto non produce quasi mai risultati univoci: conoscere la volontà degli altri, le preferenze e le intransigenze degli altri elettori permette la manipolazione del risultato.
In un sistema partitico frammentato e complesso le possibilità di azione degli attori è elevatissima. In particolar modo gli attori che hanno la possibilità di negoziare con un maggior numero di altri attori hanno la possibilità di ottenere soluzione molto vicine al loro first best (cioè la loro soluzione preferita).
Uscendo dalla metafora, ipotizziamo un sistema partitico composto da 5 partiti:
il partito A di sinistra con il 15% di prime preferenze
il partito B di centro-sinistra con il 24% di prime preferenze
il partito C di centro con il 15% di prime preferenze
il partito D di centro-destra con il 24% di prime preferenze
il partito E di destra con il 22% di prime preferenze
A_____B_____C_____D______E

Il partito C si trova in una condizione strategica ideale: esso è presente in ogni probabile conformazione di governo (a maggioranza minima vincente ideologicamente coerente, cioè comprendente solo gli attori ideologicamente contigui necessari per ottenere una maggioranza): ABC- BCD- CDE.

I partiti B e D invece si trovano in vantaggio in fase elettorale. Gli elettori dei partiti estremi A ed E sanno che il governo preferito dal partito C (pivotale, cioè determinante per il raggiungimento della maggioranza) è il governo BCD. Per avvicinare la posizione del governo alla loro preferita essi potrebbero optare per il voto a uno dei partiti più vicini alla propria posizione: B per gli elettori di A e D per gli elettori di E. In questo modo, pur preferendo la posizione dei partiti estremi, potrebbero optare per il voto ai partiti più moderati.
I partiti B e D, invece, pur perseguendo i voti di A ed E, gradirebbero la loro presenza nel governo, in modo da essere i partiti pivotali della coalizione (essendo l'altro alleato il partito C).
Come detto in precedenza la soluzione non è univoca, le seconde preferenze degli elettori, i calcoli su ciò che è meno peggio tra le possibilità non ottimali, influiscono sul risultato finale.

Se questo modello appare confuso, immaginiamo un reale sistema politico, in cui le variabili in gioco vanno oltre il puro posizionamento ideologico.
La morale di questa schematizzazione è: conosci i tuoi nemici e i tuoi potenziali alleati. Talvolta i ruoli si possono invertire.

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